L'itinerario ripercorre una vecchia via aperta da Oskar Schuster e Wilhelm Lohmuller
il 19 agosto del 1896, già segnalato
ed attrezzato con qualche corda fissa ed infissi metallici nell'anno successivo; ideale per chi voglia trascorrere una
giornata in un ambiente grandioso e selvaggio percorrendo un itinerario logico e completo.
PERCORSO STRADALE
Dalla Val di Fassa, si oltrepassa il Passo Sella-Albergo Maria Flora e si scende per poche centinaia di metri verso la Val
Gardena; dopo una curva a sinistra, in corrispondenza del rifugio Passo Sella (2176mt) si apre un ampio rettilineo con
piazzali di parcheggio sui lati: occorre girare quasi subito a sinistra lungo la stradina sterrata in salita che in pochi
metri consente l'accesso, gratuito, al parcheggio adiacente alla stazione a valle della cabinovia del Sassolungo.
AVVICINAMENTO
Punto di partenza della via è il rifugio Vicenza il cui percorso più comodo per raggiungerlo consiste nel salire da prima a
Forcella Sassolungo-rifugio Toni Demetz (2681mt) in circa 15 minuti attraverso la cabinovia o in alternativa si può
percorrere a piedi, in circa 1.30h, il ripido e faticoso sentiero a zig zag che percorre il ghiaione che scende dalla
Forcella Sassolungo (sconsigliabile). Dalla Forcella Sassolungo ci si "tuffa" nel Vallone del Sassolungo lungo un sentiero
che, pur senza presentare rischi particolari, richiede comunque di essere percorso con attenzione per la presenza di detriti
e sassi instabili. Nelle prime ore del mattino il canalone, stretto tra il Sassolungo (a destra) e la cima Dantersass
(a sinistra), si presenta freddo, cupo e con un'acustica molto particolare che conferiscono all'ambiente una nota molto
selvaggia, in acceso contrasto con i prati verdeggianti dell'Alpe di Siusi che si intravedono in lontananza. Il sentiero,
che da molto ripido all'inizio si stempera poi in facili piste sassose con pendenze più moderate intervallate con tratti
quasi pianeggianti, conduce al rifugio Vicenza (2253mt-45' fin qui), proprio alla base settentrionale della Cima Dantersass.
Seguendo la segnaletica iniziale si aggira la Cima Dantersass verso sinistra lasciando il rifugio sulla destra, e si punta
decisamente in direzione S-SO verso la parte più alta della detritica Conca del Sassopiatto (dominata dall'arco costituito,
da sinistra a destra, dalla Cima Dantersass, dalla Torre Innerkofler, dal Dente del Sassolungo, Sassopiatto e Torri del
Sassopiatto), dapprima seguendo la traccia di un manufatto per il convogliamento delle acque di fusione al rifugio, poi per
zone più articolate e varie, per poi impennarsi verso destra lungo il ripido cono detritico finale alla sommità del quale è
situato l'attacco della ferrata Oskar Schuster (2560mt circa-1.30h fin qui).
LA FERRATA
Attraverso alcune roccette si lascia la conca detritica ed iniziano le segnalazioni in vernice rossa che ci guideranno
lungo l'interno percorso. Da notare che la ferrata Schuster non ha un classico inizio con tanto di targa metallica ma
piuttosto dei tratti attrezzati sparsi qua e la lungo il percorso e che comunque coprono in minima parte lo sviluppo della
via. Dopo aver indossato le protezioni si traversa un ghiaione, che ad inizio stagione può risultare ancora innevato,
raggiungendo l'inizio del cavo metallico che comunque termina già dopo 2-3 mt. La ripida cengia attrezzata, aggira uno
spigolo e porta in direzione di un salto roccioso non attrezzato che rappresenta la vera caratteristica principale della
via ovvero una serie di tratti rocciosi molto articolati di canalini, fasce detritiche e gradini rocciosi non attrezzati.
Dopo circa 150mt di dislivello, superato un tratto franoso con marcato pericolo di caduta sassi, si ritrova un secondo
breve passaggio attrezzato raggiungendo così un pulpitino panoramico dove la visuale si apre sulle cime del gruppo.
Si riprende il cammino partendo da alcune roccette attrezzate che coincidono, pur senza eccedere, con l'inizio del tratto
attrezzato più lungo dell'intera escursione. Si parte, si raggiunge un traverso verso destra, si aggira uno spigolo e ci
si porta alla base di un canalino che ad inizio stagione può risultare ancora innevato e quindi insidioso in quanto, oltre
all'oggettivo pericolo di scivolamento, il cavo di sicurezza tende ad essere ancora parzialmente ricoperto dalla neve ed
alla cui estremità alta si trova un masso che sembra voler ostruire il passaggio. Senza particolari difficoltà si esce dal
canalino, si guadagna una cengia detritica e si raggiunge un caratteristico passaggio attrezzato racchiuso fra la parete
ed un pinnacolo roccioso che richiede un minimo di impegno tecnico se si vuole evitare di trazionare esclusivamente sul
cavo rendendo così più tecnica la progressione. Si esce dalla "strettoia", si guadagnano alcuni metri di quota e si
raggiunge una cengia esposta ma attrezzata che conduce all'interno di un brevissimo canalino, anche qui attenzione alla
possibile presenza di ghiaccio ad inizio stagione, alla cui sinistra il cavo traversa in salita con ottimi appoggi per i
piedi in direzione di uno spigolo dal quale diparte il tratto attrezzato più verticale della ferrata. La salita è piacevole,
gli appoggi per i piedi non mancano, tecnicamente nulla di particolarmente impegnativo ma la stanchezza che comincia a
farsi sentire consiglia comunque di progredire con cautela. Si guadagna quota "sbucando", dopo un breve traverso, presso
la Forcella delle Torri che separa le Torri dal Sassopiatto vero e proprio; affacciandosi sul versante N della Forcella, si
resta impressionati alla vista del buio e strapiombante canalone ghiacciato che cala verso la Val Gardena. Dalla Forcella
il cavo sale e termina dopo pochi metri terminando così anche la ferrata Schuster ma non la salita alla cima che prosegue
invece inizialmente a sinistra percorrendo la parete SE del Sassopiatto in direzione SO, attraverso una cengia fino
all'imbocco di un lungo canalone da superare in facile arrampicata seguendo i molti bolli rossi ma con molta attenzione
in quanto non assicurato. La parte alta e terminale del canalone è rappresentata da un intaglio nella roccia con "affilata"
crestina finale che sembra "tagliare" la cresta sommitale presso la quale terminano le difficoltà tecniche, pochi metri
sotto la cima di Mezzo del Sassopiatto (2955mt) contraddistinta da una croce metallica. Da qui, con brevi digressioni, è
possibile percorrere la cresta sommitale per raggiungere la panoramica Cima NO (2938mt-10' dalla cima di Mezzo) o, con
qualche passaggio di I°, la Cima SE (2964mt-20' dalla cima di Mezzo).
DISCESA
Dalla cima si scende lungo il vastissimo e detritico piano inclinato occidentale, che si percorre interamente fino a
raggiungere una fascia erbosa che in breve conduce all'ampia sella del Giogo di Fassa con il rifugio Sassopiatto
(2300mt-1.15h dalla cima); lungo la zona detritica il percorso è ben segnalato con ometti di pietre. Dal rifugio Sassopiatto
si imbocca il Sentiero Federico Augusto che, con lievissimi saliscendi, conduce al rifugio Sandro Pertini (2300mt), al
rifugio Federico Augusto (2298mt) e, alla fine della breve salita finale, alla Forcella Rodella (2308mt). Da qui si punta
decisamente in basso verso NE attraversando per facili stradine ampie zone prative dedicate agli sport invernali (varie
baite, alberghi ed impianti di risalita) e raggiungendo in breve il punto di partenza (2176mt).
CONSIDERAZIONI
Il percorso è contraddistinto per tutta la sua lunghezza da contrassegni in vernice (rossa o bianco-rossa), che aiutano
molto soprattutto nei tratti non attrezzati dove la presenza di varie gole o canali paralleli induce facilmente all'errore.
I tratti non attrezzati sono numerosi e lunghi, soprattutto nella prima parte dell'itinerario: anche se le difficoltà non
sono mai eccessive, si consiglia l'assicurazione a corda di eventuali neofiti. La difficoltà della Schuster non è quindi da
attribuirsi tanto ai passaggi attrezzati che risultano essere piuttosto contenuti e piacevoli ma alla maggior parte del
percorso che si sviluppa appunto lungo canalini e roccette esposte non attrezzate!
(Testo da VieFerrate.it)